Certificazione di un impianto elettrico esistente: a chi rivolgersi e cosa fare
Come ottenere la certificazione di un impianto elettrico esistente?
Come ottenere la certificazione di un impianto elettrico esistente? Se lo chiede chi, pur essendo proprietario di casa, non possiede la certificazione o l’ha smarrita. Non è un dettaglio di poco conto, perché questo documento attesta la conformità dell’impianto alla normativa vigente e il rispetto dei principi di sicurezza. Inoltre, si rende necessaria in molti casi, es. durante le compravendite.
Ne parliamo qui: daremo un’idea della reale importanza della certificazione, citeremo le normative di riferimento, spiegheremo come richiederla e descriveremo il procedimento che porta al rilascio della dichiarazione.
Perché è importante la certificazione di un impianto elettrico esistente?
L’importanza della certificazione l’abbiamo già accennata, ma è bene elencarne i motivi specifici:
- Attesta la sicurezza degli impianti elettrici: garantisce che l’impianto sia stato realizzato o modificato seguendo standard che minimizzano i rischi di incidenti, come cortocircuiti o incendi, proteggendo così le persone e i beni.
- Comprova la conformità alla normativa: dimostra che l’impianto rispetta le disposizioni tecniche e di legge in vigore, requisito essenziale per evitare sanzioni, controversie legali o problemi in caso di compravendita di un immobile.
- In determinate situazioni è obbligatoria: il certificato è richiesto, ad esempio, per accedere ad alcune agevolazioni fiscali, ma anche per vendere o affittare un immobile, oppure nei casi in cui l’impianto abbia subito modifiche rilevanti.
Per inciso, il certificato di un impianto elettrico esistente prende il nome di Di.Co, Dichiarazione di Conformità. Il nome opera una distinzione con le certificazioni standard, che riguardano gli impianti appena realizzati o comunque pesantemente modificati. Gli effetti dal punto di vista normativo, però, sono i medesimi.
Quali sono le normative di riferimento?
La certificazione dell’impianto elettrico esistente è ben disciplinata dalla legge, come la certificazione degli impianti nuovi del resto. Ecco le normative di riferimento:
- Decreto Ministeriale 37/2008: questa normativa funge da principale riferimento legislativo per la progettazione, l’installazione e la manutenzione degli impianti elettrici. Stabilisce l’obbligo per l’installatore di rilasciare la certificazione, documento che certifica il rispetto delle norme tecniche vigenti, necessario per nuovi impianti, modifiche rilevanti o ampliamenti. Tuttavia, funge da riferimento anche per le certificazioni degli impianti esistenti. In definitiva, impone degli standard. Il decreto, per inciso, stabilisce anche i requisiti dei certificatori.
- Norme CEI 64-8: questo corpus normativo tecnico rappresenta lo standard di riferimento per la realizzazione e la verifica degli impianti elettrici a bassa tensione. Le norme definiscono i criteri di sicurezza, inclusi materiali, protezioni e dimensionamenti. Ha valenza comunitaria.
- Testo Unico sulla Sicurezza (D.lgs. 81/2008): fa riferimento alle certificazioni degli impianti elettrici dal punto di vista del lavoratore e del datore di lavoro. Infatti, disciplina la gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Chi può rilasciare la certificazione?
La certificazione può essere rilasciata solo da un numero limitato di soggetti. Ovvero, da elettricisti o ditte autorizzate dalla legge.
Questi soggetti devono essere iscritti alla Camera di Commercio e possedere i requisiti previsti dal Decreto Ministeriale 37/2008. Tali requisiti comprendono competenze tecniche e professionali, comprovate attraverso titoli di studio, esperienza pratica o corsi di formazione specifici. Un professionista può abilitarsi alla certificazione seguendo un percorso che prevede:
- Formazione tecnica adeguata: conseguimento di un diploma o una qualifica tecnica nel settore elettrico, come periti, ingegneri o elettricisti qualificati.
- Esperienza pratica: maturazione di esperienza lavorativa documentabile nel settore, indispensabile per dimostrare la capacità operativa.
- Iscrizione alla Camera di Commercio: apertura un’attività come ditta individuale o società, previo rispetto dei requisiti previsti per gli impiantisti.
- Aggiornamenti periodici: frequentazione di corsi di aggiornamento periodici al fine di restare in linea con le normative e gli standard tecnici più recenti.
Come procedere con la certificazione?
Dal punto di vista del proprietario, ottenere la certificazione di un impianto elettrico esistente è molto semplice. Basta rivolgersi a un soggetto qualificato e commissionare la certificazione. Il tecnico incaricato, invece, deve rispettare un procedimento ben preciso.
- Sopralluogo e valutazione preliminare: il tecnico abilitato effettua un’ispezione accurata dell’impianto per valutarne lo stato generale e la conformità rispetto alla normativa vigente. Vengono verificati i materiali utilizzati, la qualità delle installazioni e l’eventuale presenza di criticità come sovraccarichi o mancanza di protezioni adeguate.
- Verifica documentale: prima di procedere, si controlla che l’impianto sia corredato da qualsivoglia documento tecnico, es. il progetto esecutivo (se obbligatorio) e le schede tecniche dei componenti utilizzati. Se l’impianto è stato oggetto di modifiche, il tecnico deve accertarsi che siano tracciate e rispettose degli standard.
- Misurazioni e prove tecniche: si effettuano test pratici per verificare il funzionamento dell’impianto e la sua sicurezza. Tra questi, rientrano misure di isolamento, verifica del corretto dimensionamento delle protezioni (interruttori, differenziali) e controllo delle messe a terra.
- Elaborazione della dichiarazione di conformità: se tutti i requisiti normativi sono rispettati, il tecnico compila la certificazione vera e propria, ovvero la Di.Co. (Dichiarazione di Conformità), la firma e la consegna al committente.
- Consegna e archiviazione: la dichiarazione di conformità viene consegnata al proprietario o responsabile dell’impianto, insieme alla documentazione tecnica e agli eventuali report delle verifiche. Una copia viene archiviata dall’impresa certificatrice per almeno dieci anni.
La procedura di per sé non presenta difficoltà, ma c’è un elemento chiave che fa la differenza ed è riuscire a selezionare un soggetto non solo autorizzato, ma anche competente e rapido. Su Edilnet.it puoi trovare un professionista qualificato vicino a te per ottenere la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico
In conclusione…
Chiudiamo ricapitolando i punti salienti di questa guida.
- La certificazione dell’impianto elettrico esistente, ufficialmente nota come Di.Co. (Dichiarazione di Conformità) è fondamentale in quanto attesta la sicurezza dell’impianto ed è richiesta in caso di compravendita e locazione.
- Può essere rilasciata solo da personale abilitato, autorizzato dalla legge.
- Dal punto di vista del committente, non è richiesta alcuna azione particolare se non quella di affidare l’incarico a un tecnico competente.
Affidandosi ad aziende del settore e professionisti abilitati il processo di certificazione si semplifica nel pieno rispetto della normativa.
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